Sito paleolitico di Notarchirico di Venosa





La preistoria a Venosa.           Riapre il Sito Paleolitico di Notarchirico,  l’unico sito dell’Italia meridionale in cui sia stato rinvenuto un resto di Homo erectus,  “Si tratta di un femore di donna vissuta probabilmente tra 350 e 400 mila anni fa”.


Visitando il sito paleolitico è come leggere una pagina  di preistoria,  raccontata in una serie stratigrafica, riferibile alle fasi iniziali e medie del Pleistocene medio, tra i 650.000 e i 200.000 anni fa. All´epoca, il territorio venosino era caratterizzato dalla presenza di un vasto bacino lacustre, dominato dal Vulture in intensa attività. Nel sito è possibile osservare  undici livelli di scavo sovrapposti, che documentano l´origine e l´evoluzione dell´Acheuleano in Europa occidentale. Notevoli quantità di strumenti litici  e resti ossei relativi alle faune più frequenti, che vivevano nella zona di Notarchirico (elefante antico, cervidi, bovidi,  cinghiali, rinoceronti)  sono inseriti tra fitti lastricati di ciottoli, causati da fenomeni naturali quali il dilavamento delle acque.

Al di sotto della paleosuperficie Alfa, è stata individuata la cosiddetta "area dell´elefante", caratterizzata dalla presenza del cranio, delle zanne e della mandibola di un elefante antico, giacente in posizione capovolta, probabile preda di caccia dell´uomo. L´utilizzo di tutte le parti molli del cranio (cervello, lingua, proboscide, ecc...) è testimoniato dai numerosi manufatti litici rinvenuti intorno ai resti ossei dell´animale.

 Nel 1985, fu rinvenuto  il più antico resto umano dell´Italia meridionale: una diafisi femorale relativa ad una donna vissuta circa 350.000 anni fa. Le caratteristiche morfologiche del reperto coincidono con quelle di Homo erectus, mentre la neoformazione ossea, che si estende a tutta la superficie, fa pensare ad una ferita alla coscia, riportata dalla donna preistorica in seguito ad un episodio violento.


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